martedì 28 settembre 2021

EM314 – Issue # 10 – COME HO SCELTO I MIEI PNEUMATICI E PERCHE’

(Tempo di lettura: 3 minuti)

(Credit photo: BFO Stile)

Quando ho deciso di ritornare allo sport professionistico e di debuttare nella MTB ho dovuto prendere molte decisioni apparentemente collaterali. Quando si pensa ad un progetto come EM314, si pensa agli sponsor, alle sfide umane e tecniche che mi porteranno a rappresentare l’Italia agli European Masters Games di Tampere – in Finlandia – nel 2023.

Da qualche mese a questa parte, molta della percezione legata alla mia “avventura” sportiva passa anche attraverso il riconoscimento che la stampa mi ha tributato in qualità di “atleta più green d’Italia”.

Eppure, nulla più dello sport ti insegna che le cose importanti sono quelle che non si vedono o che semplicemente si danno per scontate. Dietro una gara di 60 km ce ne sono migliaia percorsi in solitaria, lontani dal pubblico, dalla stampa, dai social. Con le stagioni che attraverso le loro caratteristiche (e il meteo) scandiscono il tempo tra una performance e l’altra.


Al momento della stesura di questo articolo ho 44 anni. Sono tornato in sella da quasi 2. Sarebbe “cool” dirti quanto sia emozionante scendere a quasi 80 km/h tra i boschi. Quando guardi una gara del motomondiale o di Formula 1 rimani colpito dalla velocità. Dalle uscite di pista a 200/300 km/h nell’immancabile via di fuga.

Nella MTB le vie di fuga non ci sono. Nella gara di XCO alle olimpiadi di Tokyo 2020 un rider ha fatto un 180° in avanti atterrando di schiena su una roccia dopo un salto. Le nostre vie di fuga si chiamano sassi, radici, terreno “scassato” e perché no… alberi. E non abbiamo tute con l’airbag o HANS a proteggerci, perché nel ciclismo esiste un’unica ossessione che si chiama “rapporto peso-potenza”. Meno peso hai da portare in salita, più vai veloce.

Quando ho deciso di correre nella MTB e dedicarmi al cross country sapevo che avrei fatto qualcosa che agli occhi dei non addetti ai lavori è a dir poco estremo. Non essendo più un ragazzino scalmanato il mio approccio è stato molto più metodico e calcolato, per ridurre i rischi di uno sport che è oggettivamente pericoloso. L’esperienza mi ha insegnato che bisogna sempre partire dalle basi e dalle cose che tutti danno per scontate per non fallire.

Ho investito molto tempo nei primi mesi di allenamento, infatti, nella scelta degli pneumatici da montare. Proprio così le gomme. Perché la MTB è molto diversa dalle foto che si scaricano da internet, dove spesso ci facciamo ritrarre mentre facciamo salti spettacolari. Quei salti sono concessioni che facciamo ai fotografi (e al nostro divertimento) in sicurezza.

La verità è che quella sottile striscia nera di gomma è l’unica cosa che ci dà il controllo e ci permette di raggiungere quel delicato equilibrio tra grip, direzionalità, frenata e percezione di sicurezza nei confronti della gravità davanti alla quale contiamo davvero poco. Sicuramente meno di quanto vogliamo

Convincerci ogni volta che ci lanciamo in discesa. Quella sottile striscia nera di gomma è l’unico punto di contatto tra il binomio uomo-mezzo e il terreno.

(Credit photo: BFO Stile)

Dopo mesi e km di esperienza ho trovato il mio pneumatico. Uso ormai con continuità i MICHELIN FORCE XC.

Sia ben chiaro, non si tratta di una “marketta”, ma di una scelta molto oculata che ti spiego di seguito, nella speranza possa esserti utile in una scelta che può fare la differenza tra il divertirsi e il guardare il mondo da una prospettiva troppo vicina al terreno.

Il FORCE XC è un pneumatico adatto al cross country con un battistrada che ben si comporta sui terreni asciutti. Con un disegno del battistrada che permette uno straordinario equilibrio tra grip e scorrevolezza. Ovviamente per il fango uso un prodotto specifico sempre MICHELIN. Inutile dire che nel fango la tassellatura deve essere molto più “profonda”.

Ma al di là del battistrada, c’è un altro fattore del quale si parla sempre troppo poco e che fa davvero la differenza: la spalla.

Come ho scritto precedentemente, nella realtà, buona parte del lavoro di un rider consiste nel mettere a contatto con il terreno lo pneumatico appena possibile. A costo di buttarlo giù!

La spalla del MICHELIN FORCE XC ha una rigidità che permette un buon equilibrio tra l’ammortizzazione dell’atterraggio su terreni sconnessi e la rigidità che consente una stabilità direzionale tra il cerchione, il battistrada e il suo punto di contatto con il terreno. In altre parole quando atterri o ti trovi a saltellare su un terreno scassato hai un senso di solidità e un feeling – soprattutto con l’avantreno – che ti permette di controllare il mezzo con grande sicurezza e sensibilità.

Non solo. Le caratteristiche della spalla danno un altro grande vantaggio in una situazione che per molti è critica, ovvero il terreno in contropendenza. Nei passaggi più impegnativi con quelle caratteristiche avere un feeling solido e ben strutturato ti regala un grande senso di stabilità, soprattutto se ti bilanci con una corretta gestione dei pesi sui pedali.

Infine, con il mio metro e ottantasette (ahimé) non sono un peso piuma e rappresento un realistico riferimento per il rider medio che magari con qualche centimetro in meno si regala qualche kg (beato lui) a tavola. Al di là della tassellatura, che ha comunque ha la sua importanza, credo sia opportuno prendere in considerazione tutte le forze che agiscono sulla ruota. La rotazione, l’aderenza ma anche le forze laterali che sui tracciati di MTB sono parte integrante del gioco.

I MICHELIN FORCE XC sono la mia scelta. Una vera scelta a seguito di molte prove.

La performance e il divertimento nel nostro sport passa in primis dalla sicurezza.

 

Emmanuele “EM314” Macaluso