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“Vivi oggi. Combatti domani” – Cit. dal film “La mummia”, regia di Stephen Sommers (1999)
La citazione sicuramente non rientra
tra le più colte. Tuttavia, quando ho letto il decreto della Presidenza del
Consiglio dei Ministri, come tutti, ho dovuto scegliere cosa fare del mio tempo
da dedicare all’attività sportiva e al progetto EM314.
Preciso che non è in alcun modo mio
intendimento, al contrario di molti sedicenti inflencer/testimonial (non incaricati da alcuno), dare indicazioni
circa i comportamenti da tenere in queste settimane. Il decreto “tocca” l’ambito
sportivo in modo chiaro, e quindi non c’è bisogno di aggiungere altro. Mi
perdonerai se non mi “innalzerò” al rango di fine esegeta del foro… qual non
sono.
Ricordo a me stesso, e al gentile
lettore, che questo blog non è altro che un “diario di viaggio” che racconta il
ritorno di un soggetto comune nel mondo dello sport dopo anni di inattività. Una condizione che mi accomuna a
molte altre persone che vorrebbero avere qualche ambizione in più rispetto al
giro in bici la domenica mattina. In
più, il web continua ad essere un posto democratico – per alcuni troppo – e quindi
confido nella bontà di coloro che hanno piacere di leggere le impressioni e le
sensazioni di “uno di loro”.
Guardando i dati di lettura di
questo blog, a quanto pare sono molti, e li ringrazio.
Intanto inizio con lo scrivere che non
ho scelto di stare a casa. Credo che non si debba scegliere di seguire un’indicazione
delle autorità competenti. L’ordinamento
giuridico è alla base di un sistema sociale civile. A quanto pare lo
saremmo ancora. Quindi, stare a casa e non uscire ad allenarmi lo vedo come un
mio preciso dovere civile.
Nelle prossime settimane dovrò
comunque allenarmi, anche se non sarà lo stesso. Si lavorerà soprattutto sul
potenziamento muscolare in casa. Anche se onestamente non so se si tratterà di
potenziamento o mantenimento. Ci sarà tempo per fare le valutazioni alla
ripresa delle normali sessioni di allenamento.
Lavorerò anche sull’alimentazione per cercare di perdere ancora peso,
continuando a valorizzare il mio rapporto peso-potenza.
Al di là del decreto, nelle ore
antecedenti la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, mi stavo già ponendo
alcune domande che meritano qualche riflessione che desidero condividere.
Ho poco più di 40 anni e sono un
soggetto tendenzialmente sano che fa sport. Apparentemente non dovrei temere
per le conseguenze di un potenziale contagio. Guardando le statistiche,
probabilmente “mi farei” l’influenza e arriverei alla conseguente guarigione.
In realtà questo non è detto, e non
ho gli strumenti per fare SERIAMENTE una valutazione di questo tipo. Infatti,
soprattutto sotto sforzo, le difese immunitarie si abbassano ed è difficile
comprendere la reale capacità di penetrazione del virus nell’organismo.
Negli scorsi giorni sono arrivate
indicazioni discordanti, che hanno visto addirittura virologi “litigare” tra
loro. Ovviamente, con grande responsabilità civile, non attraverso un confronto
scientifico privato ma a mezzo stampa.
Tutto questo con ripercussioni discutibili sulla credibilità, ma con grande piacere
dell’ego. Buon per loro.
Siamo passati dal “è poco più di un
raffreddore” al “letale”. Con una forbice intermedia alquanto ampia. Riempita
da una serie di teorie discutibili che ci sono state regalate da un’ampia
offerta mediatica. La preferita di molti è stata quella che ci ha offerto la
nostra TV di stato che ha dato la
parola all’astrologo. Si, ho scritto proprio “astrologo”. E poco importa che lo
stesso non abbia letto nelle stelle - in anticipo - l’arrivo di questo momento
così problematico. E meno ancora importa che la suddetta venga pagata dal
canone coatto nella bolletta della luce. In fondo è servizio pubblico.
Notevole.
Non prendo in considerazione le info
sui social. Umberto Eco aveva ragione. Piovono conferme a quasi ogni post.
Fatto sta, che nelle ore precedenti
l’emanazione del decreto qualche domanda me la sono fatta e devo ammettere che
non sono riuscito a darmi una risposta. L’innalzamento del livello a “zona rossa” per tutta l’Italia mi ha dato un’indicazione, ma
ancora oggi non riesco a comprendere la reale gravità della situazione e la
ricadute potenziali sulla mia salute e la pianificazione del mio lavoro. Anche
in questo, credo di non essere l’unico.
Nelle scorse ore ho sentito anche
dei medici, e forse in un mondo dove l’effetto
Dunning-Kruger ha ormai raggiunto i livelli che forse dovrebbe avere l’istruzione,
sono stati gli unici ad aver sostanzialmente ammesso di non saperne ancora
molto e quindi di avere un atteggiamento prudente. Anzi, il “più possibile
prudente”.
Si va dal “La situazione è in
evoluzione e aspettiamo i dati”, a “La situazione è grave ma non drammatica” fino
a “E’ presto per dirlo, ci sono studi che direbbero..”.
Non sono una persona particolarmente
ansiosa, ma non nascondo il fatto che mi senta un po’ confuso. Quindi avrò un
atteggiamento prudente. Anzi, il “più possibile prudente”.
Tipico di chi non ha risposte. Senza
provare invidia per tutti coloro che hanno certezze granitiche.
Al di là delle questioni
strettamente legate al virus, ritengo che non allenarsi per strada possa
intanto annullare la possibilità di cadute e infortuni, lasciando gli ospedali
e il personale medico libero da incombenze che si potevano evitare. Credo che
anche questo sia un dovere civile.
Un piccolo inciso sulla questione
ospedali. Nelle scorse ore ho ricevuto un messaggio audio. Una voce femminile,
parlava di una situazione limite negli ospedali, con rianimazioni piene, nelle
quali i medici si troverebbero nelle condizioni di “scegliere” chi far vivere o
morire. Ovviamente la voce in questione parlava dando per scontato che tutti la
conoscessimo. Senza qualificarsi.
Ecco, queste sono le uniche cose
sulle quali non sono confuso in questo momento. Non le prendo in considerazione
e spero che le autorità possano mettere queste “voci” di fronte alle proprie
responsabilità giudiziarie. Il nostro Paese in fondo, continua a essere il
Paese del “me lo ha detto ammio (con la “a” e tutto attaccato) cuggino (con due
“g”)”.
Nelle prossime settimane quindi mi
allenerò in casa. Da solo. Cercherò in modo disciplinato di non arretrare nella
preparazione.
Contemporaneamente rimodulerò con il
mio staff le attività di comunicazione del progetto EM314 dei prossimi mesi.
Discorso a parte per la preparazione
tecnica, dove dovrò ripianificare i corsi di guida e gli allenamenti “di gruppo”
e sui trail.
In tutti i casi, almeno fino al 3
aprile, la mia Ipazia resterà a
riposo nel box.
In altre parole, cercherò di vivere
oggi per combattere domani. Come molti di voi.
A presto. Spero…
Emmanuele Macaluso – EM314… Uno di voi!
PS: La foto è stata scattata nel mese di ottobre 2019